L’orchidea è uno tra i fiori più belli e delicati che esiste al mondo, per cui richiede una grande cura costante. Simbolo di classe, amore ed eleganza, l’orchidea, richiede trattamenti specifici soprattutto durante il periodo molto particolare di rifioritura: nonostante, in natura, esistono molte varietà di questo fiore speciale, i segreti, di seguito elencati, valgono per ogni specie: dall’orchidea Phalaenopsis (quella a farfalla) all’orchidea Dendrobium etc.., ecco come curarla nel migliore dei modi possibili.
Moltiplicare un’orchidea
Come moltiplicare un’orchidea? A tal proposito è necessario effettuare una talea per la moltiplicazione, tale operazione è davvero semplice. Si deve utilizzare il frammento di una pianta (fusto provvisto di nodo), che verrà tagliato e inserito nel terreno, viene così a crearsi un nuovo esemplare. Grazie a questa proprietà rigenerativa vegetale, è possibile moltiplicare senza alcun problema le nostre piante preferite. Andiamo però ad osservare più da vicino la moltiplicazione delle piante: il vantaggio è palese, la moltiplicazione che viene effettuata è di tipo agamica, in questo modo si andrà ad evitare la ricombinazione legata alla riproduzione sessuale.
La pianta che cresce grazie a questo metodo, risulterà quindi perfettamente identica alla pianta generatrice.
Si raccomanda, quando andremo ad effettuare una talea, che sarà necessario ottenere il frammento sempre tramite fusto provvisto di nodo. Altre piante che si sviluppano con una certa celerità grazie a questo metodo sono il fico d’india e il finto papiro.
Come fare durare le orchidee a lungo
In questa guida verranno elencati 5 segreti fantastici per curare un’orchidea nel migliore dei modi. Vediamo quali.
Luminosità adeguata. L’orchidea ama la luce, ma non deve esserne esposta direttamente; quindi deve essere piantata in una zona luminosa e semiombreggiata, dove non arrivano i raggi del sole direttamente sul fiore e con temperature che oscillano tra i 15° e i 35°. I raggi del sole tendono a danneggiare, in modo irreparabile, le foglie della pianta.
La rifioritura. Generalmente la fioritura avviene nel periodo invernare e prosegue fino a primavera; se dopo un anno dalla prima fioritura, l’orchidea, non è ancora rifiorita, bisognerà tenerla al buio per almeno una settimana (per esempio, in un armadio o in un ripostiglio) e dopo esporla nuovamente al sole, innaffiandola per 10 minuti buoni con acqua a temperatura ambiente; l’acqua rimanente non deve essere eccessiva, bensì deve poter gocciolare tanto da lasciare il terriccio umido.
Fertilizzanti particolari. Utilizzare dei fertilizzanti adatti alla pianta dell’orchidea, ogni tanto, servirà per renderla più forte, bella e revitalizzata; in commercio esistono una moltitudine di concimi specifici e non per l’orchidea, ricchi di sali minerali e sostanze nutrienti, basta scegliere quello più adatto e seguire le indicazioni definite sulla confezione: il concime deve essere di tipo liquido e deve essere distribuito diluito con acqua, almeno ogni mese.
Trattamento specifico. L’orchidea teme la luminosità diretta, il caldo eccessivo e le correnti d’aria fredda, per cui è buona norma, posizionarla in un luogo che non preveda eventuali situazioni. Inoltre, eliminare, ogniqualvolta siano presenti, foglie e fiori secchi dalla pianta, la renderà sicuramente più vigorosa in futuro.
Come farla rifiorire. Questo fiore richiede una cura continua e assidua, perciò, per farla rifiorire bisognerà, dopo 3 giorni dalla caduta del fiore, reciderne il gambo appena sottostante: in questo caso, se la rifioritura non dovesse avvenire, bisognerà recidere del tutto il gambo del fiore, all’inserzione con la pianta, tanto da eliminare totalmente la parte secca.
Inoltre, è preferibile inaffiare l’orchidea, almeno, una volta a settimana per dieci minuti di seguito, sotto acqua corrente a temperatura ambiente e non lasciare mai il terreno inzuppato d’acqua, ma umido, per evitare che la pianta secchi. Una volta, che l’orchidea sarà rifiorita, è possibile continuare ad innaffiarla a cadenza settimanale, semplicemente con un solo bicchiere d’acqua, preferibilmente, sempre a temperatura ambiente.