Aggiungere una presa elettrica può sembrare un’operazione marginale, ma in realtà implica una serie di valutazioni tecniche e normative che vanno affrontate con scrupolo. A partire dal 1° novembre 2024 è in vigore la Nona Edizione della Norma CEI 64-8, il riferimento italiano per la “regola dell’arte” negli impianti a bassa tensione; le sue prescrizioni dialogano con il DM 37/08 e con la Legge 186/68, rendendo obbligatorio il rispetto di precisi requisiti di sicurezza fin dalla fase di progetto.
Inquadramento normativo e responsabilità
Prima di tutto bisogna stabilire se l’intervento rientra in manutenzione ordinaria o in modifica sostanziale dell’impianto. Nel secondo caso, la normativa impone che il lavoro sia eseguito o almeno certificato da un’impresa abilitata, la quale dovrà rilasciare la Dichiarazione di Conformità (DiCo) o, qualora si intervenga su un impianto già a norma con documentazione completa, la Dichiarazione di Rispondenza (DiRi). Affidarsi a personale non qualificato espone non solo a sanzioni, ma anche alla perdita di coperture assicurative in caso di sinistro. Le prescrizioni CEI 64-8 si applicano integralmente anche alla singola presa aggiunta, perciò devono essere rispettati i livelli minimi di prestazione, protezione e fruibilità previsti dalla sezione 37 della stessa norma.
Valutazione della capacità del circuito esistente
Ogni nuova presa diventa un punto di prelievo che carica la linea su cui viene collegata. È indispensabile verificare la sezione dei cavi esistenti, la lunghezza della tratta e l’interruttore automatico che la protegge, calcolando se l’intensità di corrente addizionale rientra nel valore d’intervento. Un circuito in cavo da 2,5 mm² protetto da magnetotermico da 16 A, ad esempio, non può sopportare un numero illimitato di utenze, specialmente se si prevede di alimentare elettrodomestici ad alto assorbimento. Se l’impianto è datato, potrebbe essere privo di interruttore differenziale da 30 mA, la protezione addizionale che la CEI 64-8 richiede ormai in tutti gli ambienti residenziali per i circuiti prese. In assenza di questa dotazione il quadro deve essere aggiornato prima di procedere.
Sezione dei conduttori e protezioni coordinate
La scelta del cavo non è arbitraria: deve rispettare sia la portata termica (evitando surriscaldamenti) sia la caduta di tensione massima ammessa. In un’abitazione tipica, i conduttori da 2,5 mm² in rame coprono la maggior parte delle linee prese, ma la distanza dal quadro e il carico di progetto possono imporre sezioni superiori. La protezione magnetotermica deve essere coordinata con il cavo, mentre il differenziale sorveglia l’intero circuito contro i contatti diretti e indiretti. L’eventuale presenza di un dispositivo immunizzato (tipo A o tipo F) va valutata se a valle vi sono apparecchiature elettroniche con componenti distorsive, per scongiurare scatti intempestivi.
Localizzazione della presa e zone a rischio
La posizione fisica influisce sulla sicurezza tanto quanto il dimensionamento elettrico. In ambienti asciutti la norma privilegia l’altezza di 30 cm da terra per le prese generiche, ma invita a salire a 70-120 cm in punti facilmente raggiungibili da bambini o in corrispondenza del piano di lavoro della cucina. Nei bagni subentrano le “zone di rispetto” (0-1-2-3): in zona 2, per esempio, la CEI 64-8 vieta le prese mentre in zona 3 le ammette solo se protette da differenziale e con grado IP adeguato contro l’umidità. Anche balconi, garage e cantine richiedono involucri con protezione meccanica e IP superiore, per resistere agli agenti atmosferici e alla polvere.
Verifica del percorso delle condutture
Ogni nuovo punto di presa necessita di un percorso sicuro per i cavi. Se si procede in traccia incassata, le condutture devono correre in fasce orizzontali o verticali standardizzate, a profondità opportuna, per rendere rintracciabili i fili in futuro. Con canaline esterne è opportuno utilizzare soluzioni metalliche o in PVC autoestinguente, fissate in modo continuo per evitare vibrazioni. Qualora sia necessario attraversare pareti portanti, si devono rispettare diametri e inclinazioni consentiti dal regolamento edilizio locale.
Coordinamento con sistemi domotici e carichi critici
Molte abitazioni recenti integrano bus domotici o circuiti di riserva per pompe di calore, stazioni di ricarica EV o impianti fotovoltaici. Prima di aggiungere una presa occorre verificare che la nuova linea non interferisca con schemi di misura dell’energia o con carichi sensibili gestiti da dispositivi smart. In taluni casi è preferibile alimentare la presa da una linea dedicata direttamente dal quadro, integrandola nei sistemi di monitoraggio consumi per evitare squilibri fra le fasi e sfruttare in modo ottimale l’energia prodotta in autoconsumo.
Misure prima del primo utilizzo
Completata l’installazione, il professionista deve eseguire le prove strumentali previste dalla norma: continuità del conduttore di protezione, resistenza dell’anello di guasto, efficienza del differenziale (test di scatto) e, dove necessario, misura di isolamento fra conduttori attivi e terra. I risultati vengono riportati nella Dichiarazione di Conformità insieme allo schema dell’impianto aggiornato. Il committente deve conservare tale documentazione come parte integrante del libretto dell’edificio.
Il DM 37/08 stabilisce che ogni variazione significativa dell’impianto sia annotata nel progetto o nello schema redatto dal professionista. Se la modifica comporta potenza impegnata maggiore, potrebbe essere necessario comunicare l’aggiornamento al distributore o ricalibrare il contratto di fornitura. Nei condomìni, l’aggiunta di punti presa in parti comuni richiede il benestare dell’assemblea e, in alcuni casi, il deposito dell’elaborato tecnico al Comune, qualora si intervenga su elementi strutturali.
Conclusioni
Installare una nuova presa richiede ben più che collegare tre fili: bisogna valutare la capacità del circuito, proteggere adeguatamente i conduttori, rispettare distanze, altezze e gradi di protezione fissati dalla CEI 64-8, verificare che il differenziale da 30 mA sia presente e funzionante, e infine documentare tutto con la Dichiarazione di Conformità. Solo un percorso che parte dallo studio dell’impianto esistente e termina con le prove strumentali garantisce che quella presa, una volta in funzione, non metta a rischio persone e beni. In questo modo l’intervento diventa non solo conforme alla legge, ma soprattutto sicuro e pronto ad affrontare le esigenze di carico elettrico di un’abitazione contemporanea.