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Quale Cera Utilizzare su un Parquet Rovinato

Quando un parquet mostra graffi, opacità o piccole fenditure, molte persone pensano subito alla levigatura completa, un intervento costoso, invasivo e non sempre necessario. Spesso è sufficiente rinnovare la superficie con la cera giusta: la scelta del prodotto, però, deve tener conto dell’essenza lignea, della finitura originale e del livello di usura. Una cera adatta agisce come velo protettivo, colma i micro-graffi, ravviva il tono del legno e ne prolunga la vita, ma se la formulazione è incompatibile può accentuare i difetti o rendere impossibile un futuro restauro più profondo. Questa guida illustra i criteri per individuare la cera migliore quando il parquet è rovinato, spiegando come valutare lo stato del pavimento, quali ingredienti privilegiare, come preparare la superficie e quali accorgimenti adottare per un risultato duraturo.

Analisi preliminare del pavimento

Prima di acquistare qualsiasi prodotto è indispensabile verificare tre aspetti: il tipo di finitura esistente (vernice, olio, cera o vernice UV); il grado di danneggiamento; la specie legnosa. Un parquet verniciato a poliuretano non assorbe le cere tradizionali perché la pellicola è chiusa; se la vernice è solo opaca ma integra, la lucidatura con cera autolucidante a base sintetica può ridare brillantezza senza penetrare nel legno. Se invece la vernice ha perso coesione e compaiono zone opache e screpolate, una leggera carteggiatura a mano o con tamponi abrasivi fini serve a rimuovere la pellicola morta, creando la condizione per una vera ceratura. I parquet oliati, tipici delle essenze europee come rovere e castagno, possono accogliere cere arricchite di oli naturali che nutrono la fibra; quelli già trattati a cera, infine, necessitano solo di una pulizia profonda con detergente neutro e di una nuova stesura dello stesso tipo di cera, evitando prodotti filmanti che soffocherebbero il poro.

Tipologie di cera sul mercato

Le cere per parquet si dividono in grandi famiglie a seconda della base: naturali, miste o sintetiche. Le naturali, a loro volta, si fondano per lo più su carnauba, cera d’api o un blend dei due. La carnauba—estratta dalle foglie di Copernicia prunifera—ha punto di fusione alto e dona durezza e lucentezza al pavimento; la cera d’api offre morbidezza, facilita l’applicazione e conferisce una gradevole profumazione. Le cere miste combinano carnauba con resine vegetali o oli essiccativi (lino, tung) per aumentare la resistenza ai graffi; risultano ideali per parquet domestici sottoposti a calpestio medio. Le formule sintetiche, infine, includono dispersioni acriliche o polimeriche idrosolubili che si autopoliscono all’asciugatura: formano un film sottile, elastico e facilmente ripristinabile con una mano di rinnovo rapido, ma, a differenza delle cere naturali, tendono a sovrapporsi in strati che vanno decapati periodicamente.

Criteri di scelta in funzione del danno

Se la superficie appare solo spenta e segnata da micro-graffi, una cera naturale o mista in pasta può bastare: riempie i solchi minimi, restituisce calore e preserva la sensazione tattile del legno. Quando invece i graffi attraversano la vernice e arrivano al crudo, conviene orientarsi su cere ad alto contenuto di oli siccativi; questi penetrano, compensano le micro-cavità e ancorano la fase cerosa superficiale, prevenendo futuri distacchi. In presenza di parquet verniciato abrasa in zone limitate—ad esempio percorsi di passaggio—una soluzione autolucidante sintetica è preferibile: crea un film uniforme che maschera la disomogeneità senza richiedere la rimozione completa della vernice circostante. Nei locali soggetti a umidità variabile, come cucine o ingressi esposti a scarpe bagnate, le cere con polimeri idrorepellenti incrementano la protezione senza alterare l’aspetto naturale.

Preparazione della superficie

Il risultato della ceratura dipende più dalla preparazione che dal prodotto in sé. Occorre innanzitutto aspirare polvere e detriti, poi lavare con panno umido e detergente neutro a pH leggermente alcalino, così da sciogliere residui di sporco grasso. Se la finitura originale è a cera, si procede con uno sgrassante a base di sapone di Marsiglia o con un decerante specifico diluito, per rimuovere le stratificazioni vecchie: bastano cinque-dieci minuti di posa e un passaggio con tampone marrone o verde per tornare al legno vivo. Dopo il risciacquo, il pavimento deve asciugare almeno otto ore, finché la temperatura superficiale non sia fresca al tatto e l’umidità relativa dell’ambiente sia stabilizzata. Eventuali fessure visibili vanno colmate con stucco a base di polvere di legno miscelata a resina o con stick di cera dura fusi al saldatore elettrico, da rasare con spatola plastica non affilata per evitare nuovi graffi.

Tecniche di applicazione

Le cere in pasta si stendono con tampone di cotone o lana d’acciaio fine, avendo cura di seguire il senso della vena. Uno strato sottile è più efficace di mani abbondanti: l’eccesso intrappola polvere e rende il pavimento appiccicoso. Dopo venti-trenta minuti si lucida con panno di juta o monospazzola a disco morbido, finché la superficie non riflette la luce senza aloni. Le cere liquide a base d’acqua, invece, si distribuiscono con mop in microfibra ben strizzato, procedendo a bande parallele; asciugano in circa sessanta minuti e si possono sovrapporre fino a tre mani nel giro di un pomeriggio. In case abitate, è utile isolare la stanza durante la posa per evitare che particelle d’aria o peli di animali si fissino nel film fresco.

Manutenzione dopo la ceratura

Per prolungare l’effetto protettivo basta un lavaggio con detergente neutro e panno ben strizzato ogni una-due settimane, evitando prodotti ammoniacali o troppo acidi che ossidano la cera. Se il parquet si opacizza nelle zone di passaggio, una mano di cera liquida di mantenimento—le cosiddette “metallic wax” a basso solido—ripristina la brillantezza senza dover decerare. Ogni dodici-diciotto mesi, comunque, è consigliabile rimuovere completamente il film con decerante per prevenire l’accumulo di strati spessi, quindi ripetere la ceratura ex novo. Se si utilizza regolarmente la monospazzola con disco bianco o beige, la lucidatura meccanica compatta la cera, chiudendo i pori e aumentando la resistenza ai micro-graffi.

Attenzione alla compatibilità futura

Chi ipotizza, in prospettiva, una levigatura o una verniciatura poliuretanica deve evitare cere a base di silicone: queste sostanze si infilano in profondità e inibiscono l’adesione delle vernici, causando crateri (“fish-eyes”) durante la nuova finitura. Le cere naturali e miste, prive di silicone, si rimuovono completamente con carteggiatura leggera o solventi blandi e non pregiudicano i restauri successivi.

Conclusioni

Rigenerare un parquet rovinato con la cera giusta permette di rimandare interventi invasivi e di valorizzare la bellezza autentica del legno. La decisione fra cera naturale, mista o sintetica dipende dalla finitura esistente, dal tipo di danno e dall’ambiente d’uso. Un’accurata pulizia preliminare, l’applicazione di strati sottili e una manutenzione periodica sono i pilastri per un risultato omogeneo e resistente. Evitando prodotti contenenti silicone e rispettando i tempi di asciugatura, si otterrà un pavimento che non solo appare rinato, ma resta anche pronto per eventuali restauri futuri.

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