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Quali Sono le Rampicanti più Facili da Coltivare

Quando si sogna un pergolato ombroso o un balcone avvolto da fioriture profumate, la scelta della pianta rampicante giusta fa la differenza tra un angolo verde che prospera con poche attenzioni e uno che richiede cure continue. “Facile da coltivare” significa innanzitutto adattabile: la pianta deve tollerare suoli comuni, errori d’irrigazione sporadici e temperature variabili, pur offrendo una crescita vigorosa e, possibilmente, interesse ornamentale per buona parte dell’anno. In Italia il ventaglio di specie che risponde a questi requisiti è ampio, ma alcune si distinguono nettamente per robustezza, rapidità e capacità di fiorire o mantenersi sempreverdi senza interventi specialistici.

Criteri di selezione delle rampicanti facili

Una rampicante davvero “semplice” possiede almeno quattro caratteristiche chiave: radicazione veloce, resistenza a parassiti comuni, ridotta esigenza di potature correttive e adattabilità alla coltivazione in vaso oltre che in piena terra. A queste si aggiunge un buon margine di tolleranza alle esposizioni, perché balconi cittadini e giardini di pianura non godono sempre dell’orientamento ideale. Valutare, prima dell’acquisto, l’escursione termica della propria zona, il tipo di sostegno disponibile (rete, ringhiera, muro, pergola) e lo spazio necessario a uno sviluppo naturale evita la delusione di una pianta che invade aree indesiderate o, al contrario, che stenta a coprire la superficie sperata.

Hedera helix – L’edera, rampicante perenne e instancabile

Fra tutte le soluzioni, l’edera comune è probabilmente la più tollerante a condizioni difficili: regge l’ombra fitta, sopporta periodi di siccità moderata e cresce persino nei terreni argillosi purché non costantemente inzuppati. La sua capacità di aderire ai supporti grazie alle radici avventizie la rende ideale per coprire pareti poco attraenti; in cambio richiede solo controlli periodici per evitare che le sue ventose danneggino intonaci instabili o tegole datate. Numerose cultivar variegate aggiungono brio cromatico e luminano cantucci bui, senza che cambi la semplicità di gestione. Un taglio di contenimento a fine inverno o inizio autunno mantiene la crescita entro limiti accettabili e favorisce fogliame fitto e sano.

Trachelospermum jasminoides – Il “falso gelsomino” che profuma l’estate

Spesso venduto come gelsomino, in realtà appartiene a un genere diverso, ma condivide la fragranza dolce dei piccoli fiori bianchi a stella che compaiono da maggio inoltrato a settembre. A differenza del vero Jasminum officinale, sopporta brevi gelate fino a –5 °C senza danni severi, motivo per cui nelle regioni costiere e nelle città del Centro-Nord si comporta da sempreverde. Ama il sole pieno o la mezz’ombra luminosa, ma non teme un vaso profondo su un balcone ventilato se riceve un paio di concimazioni organiche l’anno. Il portamento avvolgente gli permette di tappezzare ringhiere o creare pareti verdi in pochissime stagioni, liberando il giardiniere dall’obbligo di potature impegnative: basta sagomare i tralci ribelli quando superano lo spazio disponibile.

Clematis armandii – Clematide sempreverde, fiori a cascata in marzo

Chi desidera un rampicante dall’effetto “nuvola” primaverile, ma non vuole perdere tempo con lunghe operazioni di spollonatura, trova in questa specie cinese la risposta ideale. Le foglie coriacee, dal verde intenso, restano sulle piante tutto l’anno, schermando balconi e pergole; all’inizio della stagione mite compaiono corolle abbondanti e profumate che vanno dal bianco puro al rosa tenue, in funzione del cultivar scelto. Non teme la calura estiva se le radici restano fresche, per cui una pacciamatura leggera o l’abitudine di piantare cespugli bassi al piede riducono gli stress idrici. La potatura si limita all’asportazione dei fiori appassiti e degli eventuali rami secchi, rendendo la sua gestione fra le più semplici all’interno del genere Clematis.

Passiflora caerulea – Lo spettacolo esotico che resiste al gelo leggero

Passiflora è un termine che evoca subito fiori complessi, quasi architettonici. La specie caerulea, benché sembri delicata, è invece rustica nelle aree dove le temperature non scendono stabilmente sotto i –7 °C. In presenza di inverni più rigidi può perdere la parte aerea ma, ricacciando dalle radici in primavera, forma rapidamente nuovi tralci capaci di superare i tre metri nella stessa stagione. Predilige esposizioni assolate, terreni sciolti e supporti che permettano alla viticci di aggrapparsi; in vaso apprezza un tutore a griglia e annaffiature regolari nei mesi più caldi. Se riceve una concimazione equilibrata a base di potassio, prolunga la fioritura fino all’autunno e, nelle estati particolarmente calde, produce piccole bacche arancioni commestibili dal gusto acidulo.

Campsis radicans – La bignonia che arreda con trombette arancioni

Nei climi caldi del Sud e nelle fasce costiere tirreniche la bignonia americana offre uno dei rapporti più generosi fra impegno e resa. Grazie alla radice fittonante poderosa e ai fitti polloni, colonizza velocemente grigliati e pergole soleggiate; in pieno sviluppo può superare i dieci metri, motivo per cui è consigliabile darle una struttura robusta fin dalla messa a dimora. I fiori a trombetta, dal rosso-arancio intenso, compaiono in estate attrattando farfalle e api, mentre le foglie caduche, lucide e serrate, assicurano ombra piacevole nei pomeriggi afosi. Le uniche cure indispensabili sono un’irrigazione di soccorso nelle estati siccitose e un taglio netto a fine inverno per incentivare la fioritura sui rami giovani.

Mandevilla (Dipladenia) spp. – Eleganza tropicale per balconi in pieno sole

Le moderne varietà di Mandevilla, spesso commercializzate con il nome Dipladenia, sono state selezionate per tollerare bene sia il vaso sia temperature che, per brevi periodi, scendono a pochi gradi sopra lo zero. In contesti cittadini riparati possono svernare all’aperto se protette con un tnt, ma anche dove il gelo è più accentuato si rivelano facili: basta ritirarle in serra fredda o in una scala luminosa e ripartiranno vigorose la primavera successiva. I fiori a imbuto, in tinte dal bianco al fucsia, si susseguono senza sosta dall’inizio dell’estate all’autunno, specie se si somministra un fertilizzante liquido per piante fiorite ogni due settimane. La crescita, meno esuberante di altre rampicanti, permette di gestirle su ringhiere strette o tralicci da balcone senza potature drastiche.

Parthenocissus quinquefolia – La vite americana dalle foglie cangianti

Se si cerca un rampicante che regali scenografici rossi autunnali con minima manutenzione, la vite del Canada è imbattibile. Le ventose a disco non penetrano nei muri come l’edera, ma garantiscono comunque una copertura rapida e salda, perfetta per pareti esposte a sud e ad ovest. La pianta è rustica in tutta la Penisola, sopporta inverni nevosi e sole cocente purché il suolo non rimanga fradicio. Non necessita tecnicamente di potatura – se non per contenimento – e non viene attaccata da parassiti di rilievo. L’assenza di fioriture vistose è compensata dall’effetto cromatico del fogliame e dalla capacità di mitigare le temperature interne degli edifici che riveste.

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